Emergenza ucraina: l’accoglienza a scuola

Dal giorno dello scoppio della guerra in Ucraina, migliaia di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, in fuga dalla loro martoriata nazione, stanno giungendo in Italia. Le scuole sono nuovamente in prima linea per una nuova, diversa emergenza, stavolta però provocata da una guerra la cui ampiezza al momento non è calcolabile, né prevedibile. Certo è che le porte delle nostre scuole si sono spalancate per accogliere i giovani profughi e per fornire loro ogni possibile supporto all’interno del sistema nazionale di istruzione e formazione, al fine di garantire il fondamentale diritto allo studio ad ogni alunno presente anche solo temporaneamente sul nostro territorio nazionale.

Obiettivo primario è quello di garantire una immediata accoglienza ed una piena integrazione a tutti gli alunni in età scolare, ed in questa ottica, l’inserimento nelle comunità scolastiche costituisce non solo un obbligo di legge, ma soprattutto una fondamentale risorsa che potrà aiutare a superare le difficoltà e i traumi psicologici correlati alla guerra. Ma l’inserimento nella comunità scolastica e nel gruppo dei pari è una finalità da conseguire con un approccio integrato anche in considerazione della barriera linguistica che costituisce un ulteriore problema da affrontare. 

Durante il webinar verranno affrontati i seguenti temi:

  • Aspetti pedagogici e accoglienza per la pedagogia del ritorno
  • La cura delle relazioni con le famiglie
  • Le indicazioni ministeriali: azioni, strumenti, opportunità dell’autonomia
  • Suggerimenti per il prossimo anno scolastico.

Destinatari

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Docenti della Scuola Primaria, Scuola Secondaria di I grado, Scuola Secondaria di II grado

Relatori

Marina Imperato

Marina Imperato

Dirigente scolastica distaccata presso il Ministero dell’Istruzione - Ufficio III - Percorsi liceali ed esami di Stato; Componente dell’Osservatorio per l’Intercultura.

Raffaele Iosa

Raffaele Iosa

Pedagogista, già ispettore scolastico e già volontario delle associazioni italiane che ospitano i “bambini di Chernobyl”