Nel 1948 la Costituzione ha spaccato in due la storia della cultura e della ricerca scientifica italiane, assegnando a spiagge e montagne, a musei, università e chiese una missione nuova al servizio del nuovo sovrano: il popolo, cioè noi tutti. La storia dell’arte è in grande parte la storia del potere di re e papi, granduchi e tiranni, principi e banchieri. Ma il progetto della Costituzione ha cambiato questa storia, dando parole nuove a una tradizione secolare che suggeriva che proprio l’arte e il paesaggio fossero leve potenti per rimuovere gli ostacoli all’eguaglianza e permettere il “pieno sviluppo della persona umana” (art.3 Cost.).
Oggi possiamo sentire tutta intera la forza di questa idea: in un mondo in cui siamo sempre meno uguali, il fatto che il paesaggio e l'arte appartengano egualmente a ricchi e poveri è uno dei pochi segni di speranza. Ma le continue minacce al nostro patrimonio culturale e ambientale, il disinteresse e la sua scarsa cura, assieme allo sfruttamento economico e ai continui sfregi che subisce, in ossequio alle leggi del mercato, comportano un degrado della nostra stessa vita civile. Se l’arte e il paesaggio italiani perderanno la loro funzione pubblica, tutti avremo meno libertà, uguaglianza e democrazia. Di qui l’esigenza di educare le nuove generazioni all’amore per il patrimonio culturale e al rispetto del Bene Comune.
Agenda
- Funzione civile del patrimonio storico, artistico e paesaggistico
- Patrimonio culturale e democrazia
- Arte e cultura, strumenti di inclusione e di cittadinanza
- Patrimonio culturale e liberazione dalla dittatura del presente, dall’illusione di essere i padroni della storia, dalla retorica avvelenata dell’identità
- Idea di nazione e art.9
- La religione del mercato e il dogma della privatizzazione
- La trasformazione della cultura in intrattenimento, la gabbia degli eventi e la disneylandizzazione di arte e paesaggio
- L’anima delle città e la memoria di sé
- Un’educazione sentimentale per riscoprire l’arte e il territorio
- Ricercare il senso autentico dell’Arte: la via per recuperare la nostra umanità e le ragioni di una convivenza universale fondata sulla giustizia e la condivisione
- Il ruolo degli intellettuali e degli insegnanti: costruire una società critica quale condizione per il futuro della democrazia
Relatore
Tomaso Montanari
Storico dell’arte, è rettore dell’Università per Stranieri di Siena. Per Carocci ha pubblicato Art.9 (2018); per Minimum fax, Le pietre e il popolo (2013) e Istruzioni per l’uso del futuro (2014); per Einaudi A cosa serve Michelangelo? (2011), Se Venezia muore (2014), Contro le mostre (2017), L’ora d’arte (2019), La seconda ora d’arte (2021), Chiese chiuse (2021), Se amore guarda (2023).