Che ne sa dell’Inghilterra chi conosce soltanto l’Inghilterra? Questo si chiedeva un secolo fa lo scrittore britannico Rudyard Kipling, premio Nobel per la letteratura nel 1907. Allo stesso modo potremmo domandarci: che ne sa della matematica, o della letteratura, chi conosce soltanto la matematica, o la letteratura? O non è forse vero che la familiarità con l’una favorisce e arricchisce anche la comprensione dell’altra? E che al contrario la reciproca ignoranza penalizza entrambe?
Un altro scrittore famoso come Edgar Allan Poe riteneva che il genio fosse la combinazione indissolubile di matematica e poesia, e numerosi altri autori hanno sottolineato il rapporto privilegiato tra la matematica e la letteratura. Allo studio di tali temi sono dedicati espressamente i capitoli di questo libro, nei quali vari matematici professionisti, appassionati di letteratura, analizzano le sorprendenti analogie e convergenze tra i due mondi, fornendo anche spunti concreti per ulteriori approfondimenti.
Gli autori
Paolo Maroscia (Sapienza – Università di Roma), Carlo Toffalori (Università di Camerino), Francesco Saverio Tortoriello e Giovanni Vincenzi (Università degli Studi di Salerno), impegnati da tempo nello studio dei rapporti tra matematica e letteratura, collaborano da alcuni anni nell’organizzazione di convegni e nella pubblicazione di testi che mirano ad approfondire questi legami, inserendoli nel contesto più ampio del confronto tra le «due culture».