La formazione linguistica degli immigrati stranieri in Italia non può essere semplicemente intesa come risposta emergenziale ai bisogni di sopravvivenza comunicativa né come necessità per soddisfare le misure normative in merito all’ottenimento del permesso di soggiorno.
Gli immigrati devono potersi inserire non soltanto nella nuova società in cui hanno scelto di vivere ma anche nel mondo del lavoro, riuscendo così ad evitare il fallimento del loro progetto migratorio. Ai corsi di alfabetizzazione si rende quindi necessario affiancare un quadro di riferimento per gli interventi di formazione linguistica e culturale da attuare in specifici ambiti e contesti professionali.
Progettare modelli di sillabo per settori professionali specifici che possano costituire linee guida per la creazione di materiali didattici, per impostare corsi di formazione linguistica settoriale o formare tutor aziendali significa investire negli elementi di sviluppo sociale e lavorativo offrendo agli stranieri percorsi di formazione linguistico-culturale spendibili per le esigenze lavorative.
L’immigrato lavoratore deve poter decodificare istruzioni spesso di vitale importanza non soltanto per il corretto svolgimento dell’attività professionale ma anche per la sicurezza sul luogo di lavoro, o per comprendere la lingua della burocrazia.
Fattori di natura pragmatica, sociolinguistica e culturale possono compromettere la riuscita degli scambi comunicativi: la competenza comunicativa in italiano, così come d’altronde di specifici aspetti culturali, risulta allora fondamentale non soltanto per trovare un impiego, ma anche per poterlo conservare, per migliorare le proprie condizioni sociali e interagire con i colleghi.
Curatrice dell'opera
Antonella Benucciè docente di Didattica delle Lingue Moderne presso l’Università per Stranieri di Siena, di cui ha diretto il Centro linguistico Cluss. È stata Presidente dell’Associazione «Siena per gli italianisti», Direttore Scientifico della rivista «S.I.&N.A.» e Presidente di Master. È responsabile scientifico di alcuni progetti sulla comunicazione interculturale e l’insegnamento dell’italiano L2 in carcere.